Nel corso dell’adolescenza il senso di vergogna, di impotenza e la generale confusione, vissuta nella fase per eccellenza di costruzione della propria identità, possono essere motivo per ragazzi e ragazze di smettere di investire sulle proprie risorse e sulle relazioni interpersonali.
L’isolamento diventa per loro la chiave di volta per affrontare il quotidiano, così ostico se vissuto fuori le mura di casa.
Senza dire che la dura realtà con cui la pandemia ci sta facendo confrontare da ormai tanti mesi, è sempre più fatta di relazioni virtuali... ciò che sta "fuori" e in carne e ossa è da avvicinare con prudenza (e diffidenza?)... e allora il ritiro può sembrare la via più "sicura".
COS’E’ IL RITIRO SOCIALE?
Quando si parla di ritiro sociale si fa riferimento al fenomeno riguardante quegli adolescenti che si rintanano a casa, spesso nelle loro camere, abbandonando le relazioni di amicizia con i pari e ogni tipo di contatto sociale.
Computer, social network, tv e consolle diventano per questi ragazzi validi sostituti del mondo reale, al punto tale da sentirsi appagati nel vivere la loro quotidianità tra film, videogiochi e contatti virtuali, a volte dimenticandosi persino di dover mangiare e prendersi cura di sé.
La totale immersione in una sorta di realtà parallela può essere inoltre fautrice per questi adolescenti ritirati di un’inversione del ritmo sonno-veglia. Sembrerebbe quasi non esservi per loro distinzione tra il giorno e la notte: dormono di giorno e “vivono” di notte.
Spesso il fenomeno del ritiro sociale in adolescenza ha origine da una fobia scolare, associata ad un senso di solitudine e d’inefficacia del ragazzo o della ragazza.
La porta di casa e ancor più spesso la porta della propria camera diventano il confine che scelgono di non valicare perché spaventati da quello che c’è fuori.
La stanza in cui quindi scelgono di rifugiarsi riveste per loro il significato di luogo sicuro in cui, da una parte, potersi proteggere dalle esperienze reali e concrete, dall’altra, concedersi di sperimentarsi per mezzo di esperienze immaginarie stimolate e sviluppate attraverso la rete.
COME INTERVENIRE IN SITUAZIONI DI RITIRO SOCIALE?
L’accesso dell’adolescente allo studio di uno specialista in questi casi può risultare faticoso, se non proprio impossibile in una prima fase. È auspicabile che un intervento di sostegno psicologico domiciliare possa permettere al ragazzo/a di ri-prendere confidenza con l’esterno attraverso un passaggio che prevede prima l’immersione del terapeuta direttamente nella realtà casalinga dell’adolescente.
L’Associazione In-Verso, considerando l’oggettiva difficoltà di uscita dalla zona confort costruita dal ragazzo/a, propone un servizio di Sostegno Psicologico e Psicoterapia a Domicilio in cui è il professionista a muoversi ed inserirsi negli spazi di vita del paziente, non perdendo mai di vista la famiglia che viene accompagnata e supportata lungo tutta la presa in carico.
Articolo redatto da Maria Adele Fasanella, 25/01/2021
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